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Eppure sarebbe bastato fermarsi, cogliere un fiore e non farsi trascinare dalla folla che corre, corre sempre, e non si chiede mai dove sta correndo. Sarebbe bastato comprendere o trovare il tempo per goderci, quanto di più bello era nato in noi o che ci ha solo sfiorato, per essere felici.
Per questo, solo per questo, rimpiangeremo di non essere stati felici.
Ci è sempre mancato molto poco, qualche volta distratti dalla frenesia di vivere, altre volte dal dovere, dalle regole, dalla pigrizia, dall’egoismo. Ogni volta ci siamo detti che non era ancora il momento giusto per fermarci e vivere.
Ogni volta ci siamo ripetuti che avevamo qualcosa di più urgente da fare. Così ci siamo persi l’innocenza, la curiosità e la poesia del bambino che vuole scoprire un tesoro, che vuole compiere grandi imprese e che vuole conoscere i grandi amori. Un bambino che, da grande, voleva solo essere felice.
Volevo solo essere felice
Volevo sentire il sapore
Del fiore che sboccia,
e il piacere dell’istante.
Volevo sentirmi svegliare
dal tocco della goccia,
Che goccia insolente.
Volevo farmi stupire
Dalla notte che abbraccia
Il primo raggio di sole lucente.
Volevo sognare
la rosa che si fa più rosa.
Volevo scoprire il bagliore
della gemma più generosa,
Volevo lasciarmi illuminare
Dall’amore in un’ombra soffusa.
Volevo un sole splendente,
poi una tenebra accecante
ha avvolto promesse e tesori
in un velo di sospiri e di amori
sfocati in un giorno senza luce.
Io volevo solo essere felice.
4 agosto 2019