Che cos’è questo Blog

Qualche pensiero e poche rime senza ordine e senza tempo, raccolte come i pensieri che appaiono e scompaiono nella nostra mente.  Pensieri che, a volte, ci sembrano chiarissimi e impossibili da dimenticare, tanto sono netti  nei dettagli. A volte ci balenano nella mente improvvisi e abbaglianti ma ci fuggono e, quando sembra che manchi tanto poco per ricordare cosa stavamo pensando, ci appaiono di nuovo e sfuggono ancora e, la cosa peggiore è che lasciano nel dubbio.  Poi, quando  li abbiamo quasi dimenticati, ritornano,  dispettosi. Vanno, vengono e confondono la fantasia con la realtà, lasciandoci increduli e incapaci di comprendere fin dove è arrivato il nostro pensiero e quando abbiamo cominciato a credere di non aver immaginato.

Perplessità è il sentimento che domina questo Blog e l’epoca esaltata dall’informazione a tutti i costi e senza controllo. La stessa perplessità che proviamo quando siamo messi di fronte alla necessità di fare una scelta, che spesso è obbligata, e scegliamo la parte sbagliata  – per distrazione, per errore di valutazione o per ignoranza – oppure quando prendiamo un abbaglio e ci illudiamo di star rivivendo un momento che, in realtà, non abbiamo mai vissuto. Chissà dove sta il limite tra le emozioni-indotte e i sentimenti-veri, tra le illusioni e la realtà, tra il ricordo di un sogno pieno di colori e quello  del tempo –  di ieri o di  domani – che ogni giorno ci appare sempre più sbiadito.

Insieme ai sogni e ai ricordi che vivono in noi  con tutta la loro  dolcezza e i colori più  sgargianti –  anche se un po’ appannati –  lasciamo vivere nel nostro intimo più profondo  il desiderio di continuare a sognare e di continuare ad Amare, magari cullando la nostra mente al suono di  Parole dolci e Amare. Appunto.

Chi scrive su questo Blog

Ho avuto la fortuna di sognare, da bambino, e poi da grande ho avuto anche la fortuna di scegliere cosa studiare e il lavoro con cui guadagnarmi la vita. Non l’ho capito subito, ma man mano che invecchiavo mi sono reso conto di aver vissuto come avrei voluto, certo i valori che mi hanno animato non hanno mai cercato grandezza, potere o denaro e forse non ho mai preteso veramente troppo. Così ho continuato a sognare ad occhi aperti ed ho continuato a vedere il mondo intorno a me come se fosse veramente  quello che io immaginavo che fosse realtà. Un mondo dove non si grida e dove la gente lavora e pensa con dignità, non abbassa gli occhi e sa riconoscere il confine che nessuno deve valicare. Ho imparato a parlare qualche lingua straniera e ho viaggiato molto, sia per lavoro che per curiosità. Fino a pochi anni fa viaggiare significava poter conoscere uomini e luoghi con usi e culture veramente differenti e distanti dal nostro mondo. Nella mia mente sono rimasti i colori, i suoni, la bellezza e le asperità delle cose e delle persone che ho incontrato ed è rimasto il gusto della ricerca, della diversità e dello spirito che anima e che rende uguali gli uomini in tutte le loro espressioni di gloria e di meschinità.

Appena ne ho avuto il tempo ho preso a scrivere sul web: articoli, commenti sulla società e sulla politica italiana, traduzioni in italiano di articoli e saggi, che potrei definire di “altra informazione”, cioè  scritti da commentatori e giornalisti che non trovano facilmente spazio sui media “main-stream”.  Contemporaneamente  ho cominciato a studiare per cercare di classificare alcuni “coccetti-precolombiani” che fanno parte di una raccolta, messa insieme in tanti anni passati in Sud America. Dopo averli riordinati, li ho commentati e presentati nel “Blog del Bosque Primario” e poi in un volumetto, ancora inedito, intitolato: “I Precolombini, prima dei Conquistadores”.

Da quella ricerca è cominciata una riflessione sulle lingue e sull’importanza di tutte le lingue come  mezzo di espressione  che riflette l’anima del popolo che le parla, da qui è nata l’idea di scrivere dei sonetti nella lingua che oggi si parla a Roma e li ho raccolti prima in un volume : “Occhi Farlocchi” pubblicato  nel 2017 e poi in un Blog con lo stesso titolo, che è diventato una specie di zibaldone di lavori in corso, nel quale continuo a pubblicare altri sonetti scritti in “romano”.

Chi ha avuto la pazienza di leggerne qualcuno, troverà delle notevoli differenze di “tono” e di “sentimento”, rispetto alle rime scritte in italiano su  “Parole dolci e Amare”.            Credo infatti che esista una netta differenza tra il modo di esprimermi in romano – dove  “parlo di pancia” e uso parole spontanee e colorite – e la scrittura in italiano – in cui scelgo le parole e strutturo la frase –  concedendomi il tempo di far prendere corpo al pensiero in modo ponderato e conferigli una forma che definirei “più matura e più romantica”, cioè più di cuore e profonda nell’intimo. Ho voluto associare il motivo di ogni composizione con una foto o un’immagine che completa il pensiero e, in alcune pagine, ho inserito un suggerimento di ascolto musicale di accompagnamento.  Spero che il mio lavoro risulti gradevole e che il lettore vi possa ritrovare qualcosa dei propri sentimenti e dei suoi momenti di vita ma, soprattutto, spero che non si annoi troppo.

Nel 2019 ho voluto fare un dono a me e ai miei figli, intesi nel senso più lato, per invitarli a non perdere tempo, a godersi ogni momento della vita e per invitarli a stare insieme raccontando storie, anche se a corto di argomenti. Così ho stampato “Quante Storie per Beatrice” un libro di favole antiche e di racconti su valori che troppo spesso, per la fretta di vivere, si dimentica di aver ereditato. Un libro come altri in cerca di editore.

Ernesto Celestini